Masterplan strategico Palermo

Palermo, Italia

Masterplan strategico Palermo
Palermo, Italia
2011

programma: Masterplan strategico per la città di Palermo
superficie totale: 3 700 000 m2
committenti: Confindustria Palermo
progetto: Alfonso Femia * con
ingegneria e aspetti economici: Intertecno Spa
consulente aspetti urbanistici: UNDERS
consulente per gli aspetti legati alla viabilità e all’infrastruttura: MIC
consulenti locali: 0100
fotografia: ©E.Caviola
images: ©Atelier(s) Alfonso Femia
“La condivisione di obiettivi strategici alla scala della città, la comprensione del peso che questi obiettivi hanno sull’interesse del singolo, scardinano l’inevitabilità di un Pubblico silente e non capace di guidare la trasformazione, e di un Privato interessato semplicemente ai propri territori di azione, sia fisici che economici.”
Il progetto Palermo nasce da una lettura della realtà e da una esigenza.
La realtà che è risultata pragmaticamente evidente a chi ha promosso questa proposta strategica, è quella di una città che contiene al suo interno una serie di aree, principalmente di proprietà pubblica, di straordinaria importanza per la città (sia per la loro collocazione, che per la loro dimensione, che per le loro potenzialità e qualità urbano-ambientali), tutte in imminente o possibile dismissione e riutilizzo.
Considerando ciò che queste aree trasformate potrebbero mettere in moto, si è evidenziata l’esigenza di creare un sistema di lettura e di interpretazione della realtà cittadina capace di metterle a sistema, sia in termini urbani, che in termini di forza simbolica.
Questo sistema interpretativo è già progettuale ed esprime da una parte una strategia, dall’altra un’idea di città presente futura, che riguarda la città ma comprende anche il suo territorio.
In particolare questa visione pragmatico-strategica, prova a guardare con lucidità all’importanza di un rapporto corretto e maturo fra pubblico e privato, sia in termini di risorse che di capacità decisionali e di guida.
La condivisione di obiettivi strategici alla scala della città, la comprensione del peso che questi obiettivi hanno sull’interesse del singolo, scardinano l’ inevitabilità di un Pubblico silente e non capace di guidare la trasformazione, e di un Privato interessato semplicemente ai propri territori di azione, sia fisici che economici.
In questa maniera il pragmatismo di una condizione imminente, non cade nel cinismo o nel velleitarismo, ma in una visione strategica, complessiva e possibile.