Gioia 20

Milano, Italia

Gioia 20
Milano, Italia
2017

programma: Costruzione di un edificio direzionale di 29 piani con spazi commerciali al piano terra
> superficie totale: 32 000 m2
> superficie lotto est: 26 000 m2
> superficie lotto ovest: 6 000 m2
committente: Coima SGR spa
progetto: Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia con
progettazione strutturale: Milan Ingegneria spa
progettazione impiantistica: FOR engineering architecture
progettazione energetica e sostenibilità ambientale: Energo Group
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama
“Una volontà di portare la percezione della torre in un limite tra interno ed esterno, in una condizione unica di relazione visiva con la città e il suo paesaggio.” AF
Toccare il cielo con un dito
Gioia 20 si trova in una posizione peculiare all’interno di una nuova identità urbana dove il progetto deve rispondere contemporaneamente a diversi temi, non solo architettonici, e deve farlo proponendosi come architettura che dialoga e allo stesso tempo porta un valore aggiunto al rapporto corale della città, diventandone parte integrante.

Abbiamo scelto di portare in fondo ognuno dei temi fondativi di un progetto: il programma, la funzionalità, la sostenibilità, il rapporto urbano e le sue regole e ovviamente l’architettura.
L’edificio conquista così la sua massima dimensione verticale, caratterizzandosi in maniera differente nei suoi diversi prospetti e conseguentemente nella relazione con il contesto. Estremamente verticale a ovest, volumetricamente racchiuso tra una linea verticale e una diagonale a sud, stratificato a est.
Una superficie che via via diviene linea e si conclude in un punto, rarefacendosi verso il cielo, divenendo con esso un tutt’uno.
La successione di piani si alterna lungo la verticale e la diagonale, in una sequenza di spazi speciali collettivi (sale riunioni, conviviali, punti break, etc), a doppia o tripla altezza sulla verticale, o come scatole di vetro appoggiate sulla linea di pendenza laddove la superficie è trattata a ceramica in continuità con la tradizione e l’eredità di Gio Ponti.
Una volontà di portare la percezione della torre in un limite tra interno ed esterno, in una condizione unica di relazione visiva con la città e il suo paesaggio.