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Ha riaperto, dopo il lockdown, la Dallara Motorsport Academy: la grandezza di uno straordinario imprenditore italiano si legge attraverso l’architettura

di INSIDETHEWHALEAF517 - 24 Settembre 2020

La notizia di ogni riapertura genera emozioni positive, di fiducia e di speranza verso una desideratissima quanto improbabile “normalità”. Nonostante le difficoltà e i protocolli sanitari da rispettare, la convivenza con il rischio di contagio si sta orientando verso soluzioni fisiche in presenza e, in fondo, questa è la prima vittoria sociale contro il coronavirus e un modo per dare una seconda possibilità al 2020.

Quando a riaprire sono un museo e una scuola d’impresa (in realtà un vero e proprio corso di laurea magistrale), come la Dallara Academy, il valore dell’esperienza si estende e si amplifica al territorio.

I musei d’impresa conservano la memoria dell’invenzione e del pensiero industriale. La storia si dipana nel corso del tempo, rivelando la capacità di superare momenti drammatica e dolorosi, le guerre e le crisi economiche, grazie anche al riferimento geografico, ambientale e sociale.

Sono una sessantina i musei d’impresa, come afferma Il Sole24Ore e dal 2017 sono ufficialmente entrati a far parte del sistema museale nazionale, grazie a un accordo stipulato tra il Ministero dei Beni Culturali e Museimpresa che ne ha riconosciuto il ruolo culturale e sociale, inserendoli nella rete dei luoghi d’arte nazionali.

Dalla moda al design, dai trasporti all’hi-tech, i musei d’impresa sono spesso abbinati ai laboratori didattici con l’obiettivo di trasferire il senso del “saper fare” e possono rappresentare, particolarmente in questo momento, un volano per il turismo italiano, svincolato dalla stagionalità, ma anche dall’offerta delle città d’arte.

Prima del periodo pandemico i numeri erano già significativi e testimoniavano di un interesse vivace: il museo e l’archivio storico della Piaggio a Pontedera aveva registrato quasi 57mila presenze, il museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” a Rossano (Cosenza) 50mila, il museo Ducati a Bologna 40mila. I 37 musei d’impresa legati al settore del design e alla filiera legno arredo avevano generato 150mila visitatori, senza parlare dei mega progetti culturali quali Fondazione Prada a Milano, Fondazione Natale Capellaro,  Fondazione Olivetti e Tecnologic@mente a Ivrea e Fondazione Pirelli per Hangar Bicocca, ancora a Milano.

Il grande merito dei musei legati alla storia delle imprese è quello di rovesciare la predominante abitudine di apprendimento del conoscere senza sapere che caratterizza, molto spesso, la “cultura del web”, perché essi narrano processi e rivelano la concretezza dei percorsi che conducono agli oggetti.

L’altra peculiarità dei musei e delle scuole e accademie di formazione delle imprese è di essere insediati nel territorio diffuso, nella maggior parte dei casi fuori dai centri urbani e di aver generato e di generare ancora ricchezza non solo per la componente produttiva e di occupazione della popolazione locale, ma anche per gli investimenti e l’influenza degli imprenditori.

Per questo la riapertura della Dallara Motorsport Academy a Varano de’ Melegari è sintesi e rappresentazione concreta di questi valori: più di un museo, più di una scuola, è un centro di eccellenza adagiato tra le colline della Val di Ceno, nei pressi di Parma, nella Motorvalley italiana ed è fortemente ancorata al suo territorio

Afferma Giampaolo Dallara in un articolo pubblicato da Repubblica in occasione della riapertura, lo scorso 1° settembre “… (nel progetto della Dallara Academy) c’è soprattutto il desiderio di mettere a disposizione del territorio un luogo di ritrovo e di confronto, un centro di stimoli e di interessi vivo e aperto per la nostra vallata”.

Ma facciamo un passo indietro. Giampaolo Dallara, fondatore della Dallara Automobili, azienda italiana di automobili da competizione, fondata nel 1972 a Varano de’ Melegari, in Emilia Romagna, ha scelto, 4 anni fa, di investire sul territorio, costruendo un edificio dedicato alla formazione e alla memoria insieme. Ha indetto un concorso di progettazione, dimostrando di considerare l’architettura centrale nella vita delle persone.

Il concorso era stato vinto da Atelier(s) Alfonso Femia e la Dallara Academy, inaugurata due anni fa, nel 2018.

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Atelier(s)Alfonso Femia. Studio preliminare di progetto di Alfonso Femia

Due anni, un tempo che la pandemia ha dilatato e insieme la dimostrazione che la generosità progettuale, la capacità di saper usare e addomesticare lo spazio non esige adeguamenti post pandemici. La riapertura è stata possibile anche grazie all’organizzazione e al layout.

L’edificio si rivela, inaspettato, nella geometria e nella “pelle”: inconsueto, permeabile, offre alla vista la collezione Dallara, dalla Miura all’ X19, dalle vetture Sport, nate in collaborazione con la Lancia, alle Indycar che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie Formula 3 e Formula E e all’ultima nata, la “Dallara Stradale” ed è autenticamente italiano.

Non è poco: dopo le recenti cessioni di rinomate aziende nazionali – Italo, Pininfarina, Pirelli – a gruppi stranieri, (a questi si aggiunga il simbolo del made in Italy automobilistico, Ferrari, ibrido geograficamente e Lamborghini in mano tedesca, già da molto tempo),  l’ambizioso progetto Dallara, nella declinazione fisica dell’edificio, diventa segno distintivo, emblema di un’Italia che riafferma il proprio lato migliore, fatto di genio, coraggio, inventiva e generosità.

Dallara Motorsport Academy è, prima di tutto, un omaggio al territorio, al profilo collinare, al colore dei calanchi che si alterna al verde dei boschi.

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Il gelso, storica presenza conservata con rigoroso rispetto e l’involucro in pannelli di cemento. ©S. Anzini

Celebrazione dell’azienda, della sua storia e della sua cultura, non sono (solo) le auto da corsa che colpiscono chi entra nel grande spazio di Varano de’ Melegari: l’esperienza emozionale della luce, pensata come filo conduttore del progetto, invita, accoglie, rimbalza, accelera e rallenta coerente alle variazioni nell’arco della giornata e delle stagioni.

 

Dove si impara la storia e l’ingegneria

Espressione autentica del pensiero di Giampaolo Dallara, già a partire dallo spazio aperto che conduce all’entrata, a livello strada: senza barriere, recinzioni o cancelli, segno di accoglienza e di fiducia.

L’ingresso si apre su un atrio distributivo: il percorso suggerito conduce alla rampa espositiva, confinata da una parete curva trasparente che volutamente lascia indefinito il confine tra dentro e fuori.

La rampa in salita – quasi a simboleggiare il cammino compiuto e le conquiste – testimoniati dalle auto da gara esposte – approda all’Auditorium.

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La rampa-museo. ©S. Anzini

Da lì a destra le scale gialle, in un improvviso e coraggioso cambio cromatico, conducono al piano sottostante, ai Laboratori didattici. A sinistra il corridoio che conduce agli spazi dedicati agli studi di livello universitario, caratterizzato da un blu deciso. I passaggi cromatici non sono vezzi progettuali, ma scelte precise che guidano nel percorso, definiscono le funzionalità, contribuiscono a trasferire l’emozione degli spazi.

Inglobati al centro della struttura, ammiccanti e visibili da ogni punto dell’edificio, i camini distributivi generano, pur nella loro staticità, straordinari giochi di luce, complice il rivestimento di ceramica diamantata.

I raggi del sole e la luce si innestano e si diffondono dalla diamantatura della ceramica senza seguire alcuna legge: nulla si replica, unicità volubile e affascinante detta

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Il rivestimento in ceramica diamantata delle torri. ©S. Anzini

Omaggio alla cultura tecnologica italiana, il progetto architettonico ha preso in consegna a uno a uno i messaggi  di Giampaolo Dallara: quello della memoria attraverso la rampa che ospita la collezione d’auto; quello della restituzione di un luogo al territorio con la funzione collettiva dell’edificio; quello culturale con l’attivazione di un corso di laurea magistrale; infine, il progetto del cambiamento e del futuro con l’invito ad “assaggiare” e a sperimentare rivolto agli adolescenti con i Laboratori didattici.

Magistrale interpretazione tecnologica della volontà di abbattere i confini dell’edificio e virtualmente del pensiero, i pannelli di cemento prefabbricato che chiudono la costruzione sul fronte che volge a oriente, si caratterizzano per il decoro ondoso, una eco visiva del movimento e della mutazione, e si trasformano, in corrispondenza alle grandi finestre, in un filtro che lascia passare la luce: mirabile esercizio di architettura e sentimento.

Ogni singolo particolare è pensato ma, a differenza di altre architetture, la Dallara Motorsport Academy non è “troppo” progettata. Si può uscire dalla traccia, invertire il percorso e mutare la prospettiva: è la trasposizione dell’idea di Gianpaolo Dallara, “la voglia di continuare a mettersi in discussione, in questo tempo complicato nel quale, all’evoluzione lineare, si è sostituita una partita intermittente in cui dal dubbio si genera incertezza. E l’unica vera certezza rimasta è il cambiamento”.

Così l’edificio muta continuamente, sottraendosi alla sacralità monumentale tipica di molta architettura contemporanea, lasciando spazio a tutte le visioni del futuro possibili.

 

Cosa si incontra a partire dalla rampa …

La rampa espositiva è sempre aperta ai visitatori, accessibile al pubblico inteso sia come singolo visitatore che come gruppo organizzato, con possibilità di essere accompagnati da una guida.  La Dallara Academy ha inteso, con questo progetto, rivolgere una particolare attenzione ai più giovani: un’intera area dell’edificio è totalmente dedicata a Laboratori Didattici pensati e progettati per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, dove i ragazzi potranno sperimentare in prima persona le leggi della fisica applicate alla progettazione ed allo sviluppo delle automobili. I Laboratori Didattici si basano sulla filosofia dell’”edutainment” ossia dell’imparare divertendosi, attraverso il coinvolgimento in attività ispirate alle tre competenze principali che contraddistinguono l’azienda: la progettazione e la produzione con materiali compositi, l’aerodinamica e la dinamica del veicolo. Infine un’area è dedicata agli studi di livello universitario: al primo piano la sede del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Racing Car Design” del MUNER, un sodalizio fortemente voluto dalla Regione Emilia-Romagna tra gli atenei regionali e le storiche case motoristiche della Motor Valley che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo del Motorsport. La Dallara Academy ha al suo interno un’area progettata per poter ospitare conferenze, meeting, presentazioni ed attività di team building, con una capienza fino a 350 persone.