Il caos dei concorsi, le manovre della Pubblica Amministrazione e l’architettura allo sbando

di ALFONSO FEMIA CON INSIDETHEWHALEAF517 - 12 Febbraio 2021

Cosa pretendi da un Paese a forma di scarpa?
L’Italia, che è sempre stata a forma di scarpa, o meglio di stivale, è un grande Paese. Con un passato remoto da far paura alla perfida Albione e agli altri d’Europa.
Il problema è il passato prossimo e il presente, per non parlare del futuro dei figli e dei nipoti.

 

È da tanto tempo che le cose non vanno bene per l’architettura in Italia.
Una delle cause è il sistema di assegnazione degli incarichi nel Pubblico che è talmente complicato e difettoso da non sapere da che punto e da quale aspetto cominciare per renderlo comprensibile.
Noi di INSIDETHEWHALE ci stiamo provando e a breve usciremo con un articolo in cui spieghiamo come funzionano i concorsi e le gare di progettazione e cosa non funziona.

 

Proprio in questi giorni, però, la “cronaca nera concorsuale” di Professione Architetto e  de’ il Sole 24 ha riferito del penoso caso della scuola di via Scialoia.
I fatti in sintesi:
– concorso di progettazione in due gradi promosso dal Comune di Milano, nel 2019 (primo grado giugno, secondo grado novembre),  attraverso la piattaforma Concorrimi, fiore all’occhiello dell’Ordine degli Architetti di Milano, utilizzata da Bolzano a Palermo per la gestione trasparente dei concorsi (e con ottimi risultati in molti casi).
– Matteo Scagnol, Modus Architetti, altoatesino, con un eccellente curriculum professionale in materia di architettura scolastica (e non solo), vince il concorso (proclamazione 29 novembre 2019).
– Pluri-pubblicato il progetto della nuova scuola sulla stampa locale milanese e sui siti d’architettura, con giustificato orgoglio dell’Amministrazione Pubblica. Milano avrà una scuola bellissima, esito di un procedimento virtuoso.

 

CONCORSI-ARCHITETTURA-SCUOLA-SCIALOIA

Il progetto vincitore del concorso di progettazione a due gradi, bandito dal Comune di Milano per la demolizione e ricostruzione della scuola di via Scialoia. Studio Modus, Matteo Scagnol.

 

Anche se suona un po’ teatrale, l’esordio del secondo atto già rivela la tragedia professionale incombente.
Come riporta la giornalista Mariagrazia Barletta in Professione Architetto, “il Comune di Milano ha pubblicato (25 gennaio di quest’anno), sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica, la gara per l’affidamento dei lavori e lo sviluppo della progettazione.”
Questo significa che il progetto non sarà sviluppato da Scagnol (a meno che l’impresa selezionata per l’appalto integrato non scelga lui).
Ci sono in ballo più di 38 milioni di euro e l’Area Tecnica Scuole del Comune ha preso questa decisione sostanzialmente per fare in fretta, cioè per affidare i lavori entro il 5 novembre prossimo. E ha potuto farlo grazie alle deroghe messe a punto dal Governo nel primo periodo pandemico, a giugno dello scorso anno con il Decreto Scuola, che conferiscono pieno potere ai sindaci in materia di edilizia scolastica.
Al netto dell’informazione tecnica che potete leggere qui, quello di cui dovrebbero essere informati gli inconsapevoli genitori dei piccoli studenti degli anni prossimi, è che non è certo che la scuola realizzata assomiglierà a quella che hanno visto disegnata e neppure che verrà costruita con i criteri che il gruppo di Scagnol aveva tracciato nel progetto.
È possibile che le aspettative dei cittadini vengano deluse e che il quartiere non raggiunga gli obiettivi auspicati.
Altro aspetto affatto banale, “la gara sarà aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e il punteggio da attribuire alle modalità, criteri e procedure in merito all’organizzazione e alla tutela della salute e della sicurezza del lavoro, oltre a quanto previsto dalla normativa vigente e in relazione a una gestione socialmente responsabile del cantiere andranno al massimo 9 punti, alle qualità e caratteristiche funzionali, gestionali e ambientali 61 punti, al prezzo 30 punti.” (Alessandro Lerbini ne’ Il Sole 24 Ore)
A questo punto della storia, l’Ordine degli Architetti di Milano è intervenuto con una lettera rivolta al sindaco Giuseppe Sala, nella quale il Presidente Paolo Mazzoleni contesta la decisione e sollecita il Sindaco a rivedere la procedura avviata.
Vicenda tortuosa, ma se così dice la legge … parafrasando “per quanto discutibile sia il Decreto Scuola, è legge” e così pure il Decreto Semplificazione di settembre che ha resuscitato, fino alla fine di quest’anno, l’appalto integrato.

 

Dura lex, sed lex, ma non così tanto, cioè esiste la possibilità di scegliere un percorso diverso.
Un’alternativa esiste.
È il caso del concorso per il nuovo ospedale di Siracusa (bandito nel gennaio 2020). Leggiamo ne’ Il Sole 24 ore che è stato nominato un commissario per la progettazione e la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero in linea con la legge e in accordo con il presidente della regione Sicilia. Si tratta di un commissario “sblocca-opere” che ha scelto di non servirsi delle deroghe alle norme sugli appalti. La progettazione sarà affidata al vincitore del concorso.
Eppure, anche in questo caso i tempi sono brevissimi – due anni (giugno del 2022) – per arrivare dal concept (ancora da definire) alla chiusura del cantiere di un’opera che conta su circa 200 milioni di euro”

 

“Cosa pretendi da un Paese a forma di scarpa?”
Che cammini

 

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Foto © Carmen Laezza on Unsplash

 

 

In apertura immagine ©Prawny da Pixabay