Valorizzazione del fronte a mare e bagni lido

Rapallo (GE), Italia

Valorizzazione del fronte a mare e bagni lido
Rapallo (GE), Italia
2006

programma: Nuovo Waterfront di Rapallo e edificio polifunzionale
> superficie totale: 49 266 m2
> passeggiata a mare sud: 7 446 m2
> passeggiata a mare nord: 7 327 m2
> edificio ibrido”eupalino”, kunsthalle: 17 300 m2
> parcheggio interrato, parco del mare, spiaggia: 9 206 m2
> parcheggio interrato meccanizzato, piazza commercialee: 1 987 m2
committente: Comune di Rapallo
progetto: Alfonso Femia * con Franz Prati, Pierluigi Feltri, Riccardo Miselli, Simonetta Cenci, Sara Traverso, Ori&Arienti
ingegneria strutturale: Ms Ingegneria–Stefano Migliaro
ingegneria impiantistica: Marco Taccini
immagini: Atelier(s) Alfonso Femia
“Questo edificio civico pubblico-privato, questa “Kunsthalle”, questa “cosa bianca” (la “chose blanche” di P.Valery), appartiene al luogo. Appartiene al luogo perché è da lui disegnato, determinato, definito. Come gli oggetti che ci capita di trovare in riva al mare, che, dopo anni di erosione, di accarezzamento e violenza del mare stesso, perdono la loro precisa forma originaria, e ne acquistano una propria, appartenente al tempo e al mare, al luogo nel quale si sono posati.” AF
Fedro: “E’ là che lo trovasti?” Socrate: “Proprio là, trovai una di quelle cose rigettate dal mare, una cosa bianca, d’incorrotta bianchezza. Polita, dura, dolce, leggera, brillava al sole, sulla sabbia levigata, oscura e cosparsa di scintille; la presi, vi soffiai sopra, la strofinai sul mio mantello, e la sua forma singolare arrestò tutti gli altri miei pensieri. Chi ti ha fatto?, pensai. Diversa da ogni altra, eppure non informe, sei tu il giuoco della natura, o cosa senza nome, a me giunta per invio degli dei fra le immondizie ripudiate stanotte dal mare?” Fedro: “E di quale materia?” Socrate: “Della materia stessa della sua forma: materia d’incertezza. Era forse un osso di pesce bizzarramente consumato dallo scorrere della sabbia fino sotto le acque; o avorio tagliato per non so che uso da un artigiano d’oltremare? Chi sa…?…Ma forse non era che il frutto di un tempo infinito…” (Paul Valéry. Eupalinos, 1921)

La prima cosa che si è tenuta in considerazione è ciò che di straordinario e qualitativo offre già ora il luogo: Il verde, il rapporto con il mare, la storia, il tessuto urbano, il sistema degli alberghi. La soluzione strategica e creativa, con obiettivo di reazione poetica, che si propone rispetto a questi elementi di partenza ed agli obiettivi da raggiungere, è quindi quella di identificare un intervento per Fasi successive, che vede nell’invenzione di un edificio rappresentativo e radicato al luogo, una “Kunsthalle” che contenga auditorium, spazi espositivi e flessibili, parcheggio, piscine e stabilimento balneare, strutture per il wellness e ristoranti, il primo passo fondativo. Un passo decisivo e irrinunciabile. E identitario. Questo edificio civico pubblico-privato, questa “Kunsthalle”, questa “cosa bianca” (la “chose blanche” di P.Valery), appartiene al luogo. Appartiene al luogo perché è da lui disegnato, determinato, definito. Come gli oggetti che ci capita di trovare in riva al mare, che, dopo anni di erosione, di accarezzamento e violenza del mare stesso, perdono la loro precisa forma originaria, e ne acquistano una propria, appartenente al tempo e al mare, al luogo nel quale si sono posati.