Residenze per la Guardia di Finanza
Milano
2004-2008
programma: Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo per la formazione di venti alloggi in uso alla Guardia di Finanza di Milano, via Padova
superficie: 1 432 m2
committente: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
progetto: Alfonso Femia * con
ingegneria strutturale: Stefano Migliaro
ingegneria impiantistica: Marco Taccini
geologia e geotecnica: LGL snc, SoilData
impresa: SAC-Società Appalti e Costruzioni spa
fotografia: ©E.Caviola, ©G.Maritati
Milano
2004-2008
programma: Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo per la formazione di venti alloggi in uso alla Guardia di Finanza di Milano, via Padova
superficie: 1 432 m2
committente: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
progetto: Alfonso Femia * con
ingegneria strutturale: Stefano Migliaro
ingegneria impiantistica: Marco Taccini
geologia e geotecnica: LGL snc, SoilData
impresa: SAC-Società Appalti e Costruzioni spa
fotografia: ©E.Caviola, ©G.Maritati
“L’in-between semiprivato, è il luogo delle cose imprevedibili, dei ricordi e dei giochi dell’infanzia. Del ritorno a casa. Ha solo il cielo, spesso grigio e raramente limpido, come suo mondo esterno.” AF
Un grosso prato verde nel cuore di Milano. Una grande ricchezza.
Il numero limitato di famiglie, la strana vicinanza propria della vita militare del giorno
e la richiesta di intimità privata, ci hanno spinto a tentare l’invenzione di un tipo edilizio che sovrapponga mostruosamente la villa suburbana monofamiliare o bifamiliare, alla palazzina urbana, al condominio. Così, i due edifici sono pensati come due grosse ville urbane. Basse, articolate intorno ad una corte semicoperta, che è il luogo dei ballatoi, e quindi della commistione pubblico-privato, trovano la loro forza espressiva nell’articolazione delle masse, dei pieni e dei vuoti, dei terrazzi e dei volumi, intorno a questo luogo intermedio.
L’in-between semiprivato, è il luogo delle cose imprevedibili, dei ricordi e dei giochi dell’infanzia. Del ritorno a casa. Ha solo il cielo, spesso grigio e raramente limpido, come suo mondo esterno. Rispetto alla città, una sorta di pudore verso una comunità che non ha spazi verdi, spinge gli edifici a mimetizzarsi nei colori, attraverso una smaterializzazione cromatica dei volumi che li compongono.
Basso costo di un edificio pubblico, ricerca della ricchezza là dove sembra impossibile trovarla, o addirittura richiederla.
Nell’intimità e nel pudore.
Il numero limitato di famiglie, la strana vicinanza propria della vita militare del giorno
e la richiesta di intimità privata, ci hanno spinto a tentare l’invenzione di un tipo edilizio che sovrapponga mostruosamente la villa suburbana monofamiliare o bifamiliare, alla palazzina urbana, al condominio. Così, i due edifici sono pensati come due grosse ville urbane. Basse, articolate intorno ad una corte semicoperta, che è il luogo dei ballatoi, e quindi della commistione pubblico-privato, trovano la loro forza espressiva nell’articolazione delle masse, dei pieni e dei vuoti, dei terrazzi e dei volumi, intorno a questo luogo intermedio.
L’in-between semiprivato, è il luogo delle cose imprevedibili, dei ricordi e dei giochi dell’infanzia. Del ritorno a casa. Ha solo il cielo, spesso grigio e raramente limpido, come suo mondo esterno. Rispetto alla città, una sorta di pudore verso una comunità che non ha spazi verdi, spinge gli edifici a mimetizzarsi nei colori, attraverso una smaterializzazione cromatica dei volumi che li compongono.
Basso costo di un edificio pubblico, ricerca della ricchezza là dove sembra impossibile trovarla, o addirittura richiederla.
Nell’intimità e nel pudore.