Complesso immobiliare
Bordeaux, Francia
2013
programma: Costruzione di un complesso immobiliare sul lotto della « Fourrière » – Bassins à Flot a Bordeaux
superficie totale: 40 000 m2
committente: Bordeaux Métropole Aménagement
progetto: Alfonso Femia * con Jean de Giancinto – associé, AW2 Architecture
ingegneria strutturale: EGIS Bâtiment
ingegneria impiantistica e ambientale: OASIIS
economisti: VPEAS
acustica: Vincent Hédon
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia & Artefactory LAB, Julien Cottier
Bordeaux, Francia
2013
programma: Costruzione di un complesso immobiliare sul lotto della « Fourrière » – Bassins à Flot a Bordeaux
superficie totale: 40 000 m2
committente: Bordeaux Métropole Aménagement
progetto: Alfonso Femia * con Jean de Giancinto – associé, AW2 Architecture
ingegneria strutturale: EGIS Bâtiment
ingegneria impiantistica e ambientale: OASIIS
economisti: VPEAS
acustica: Vincent Hédon
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia & Artefactory LAB, Julien Cottier
“Bisogna avanzare, cambiare passo, sguardo.
È necessario, in questa dimensione di ‘normalità’, creare l’attesa e la sorpresa, di occupare il posto come un liquido, come l’acqua occupa i Bacini.” AF
È necessario, in questa dimensione di ‘normalità’, creare l’attesa e la sorpresa, di occupare il posto come un liquido, come l’acqua occupa i Bacini.” AF
Incombe sul progetto la responsabilità di progettare la riqualificazione e di immaginare la nuova vita del lotto P14 dei Bassins à Flot, soglia tra due acque, due territori.
Pensiamo che questa responsabilità, questo ruolo, deve portare alla riflessione del progetto. Deve essere l’elementi fondatore del progetto.
La sfida di questo progetto si trova nel senso che saprà dare al contesto, al paesaggio, mettendoli in scena e collegandoli lungo questa linea d’acqua che diventa superficie.
Il progetto dovrà mostrarsi da una parte “normale”, “sereno” e dall’altra imprevisto ed inatteso, inducendo uno stato di “stupore” nel senso positivo del termine – come quello nel quale ci troviamo ogni volta che siamo faccia a faccia con l’acqua, le sue forme, i suoi suoni ed i suoi silenzi.
Troppo spesso, la città ci propone una parata, sequenza di edifici solenni assegnati a ruoli talvolta consumati , dove, rigidi indifferenti, fanno fronte ad un posto vuoto.
Bisogna avanzare, cambiare passo, sguardo.
È necessario, in questa dimensione di “normalità”, creare l’attesa e la sorpresa, di occupare il posto come un liquido, come l’acqua occupa i Bacini. Di abitare il paesaggio. Di faccia, poi a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra: ecco i Bacini, i due specchi di acqua, ecco il Garonne, ecco il CCV, ecco Bordeaux!
Pensiamo che questa responsabilità, questo ruolo, deve portare alla riflessione del progetto. Deve essere l’elementi fondatore del progetto.
La sfida di questo progetto si trova nel senso che saprà dare al contesto, al paesaggio, mettendoli in scena e collegandoli lungo questa linea d’acqua che diventa superficie.
Il progetto dovrà mostrarsi da una parte “normale”, “sereno” e dall’altra imprevisto ed inatteso, inducendo uno stato di “stupore” nel senso positivo del termine – come quello nel quale ci troviamo ogni volta che siamo faccia a faccia con l’acqua, le sue forme, i suoi suoni ed i suoi silenzi.
Troppo spesso, la città ci propone una parata, sequenza di edifici solenni assegnati a ruoli talvolta consumati , dove, rigidi indifferenti, fanno fronte ad un posto vuoto.
Bisogna avanzare, cambiare passo, sguardo.
È necessario, in questa dimensione di “normalità”, creare l’attesa e la sorpresa, di occupare il posto come un liquido, come l’acqua occupa i Bacini. Di abitare il paesaggio. Di faccia, poi a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra: ecco i Bacini, i due specchi di acqua, ecco il Garonne, ecco il CCV, ecco Bordeaux!