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PRESENTAZIONE DEL LIBRO VOYAGE(S) / LIBRAIRIE DU CENTRE POMPIDOUÈ stato presentato ieri, alla libreria del Centre Pompidou a Parigi, il libro Voyage(s) scritto da Paul Ardenne con Alfonso Femia.
Un racconto per parole e immagini in cui anche la veste editoriale (curata da Gigi Pescolderlung/Tapiro Design) contribuisce a creare una dimensione di contaminazione tra architettura /avventura umana/comunità. Voyage – il viaggio – parla della relazione tra luoghi, spazi, persone e il tempo, di una architettura che ricerca attraverso lo sguardo, l'ascolto, il dialogo, una « bellezza » generosa e responsabile da condividere.
È una narrazione appassionata dei primi 15 anni di Alfonso Femia in Francia, di sfide accolte e vinte, di mediterraneità che permea tutti i progetti, di riscoperta e innovazione dei materiali.
Dedico questo libro a tutti i miei compagni/e di viaggio, alle mie socie, Simonetta Cenci, che è con me sin dagli inizi di questo percorso, Sara Gottardo, Liloye Chevallereau, Amandine Aubrée, all'Advisor Board degli Atelier(s), allo studio insidethewhaleAF517 - ha detto Alfonso Femia -.
In questo percorso gli editori, Luciana Ravanel, Maurice Culot hanno rappresentato la grande opportunità di un ragionamento critico sull’architettura e sulla città. Con il contributo dei critici e amici Paul Ardenne, jean Philippe Hugron et Jean François Pousse.
Paul Ardenne, critico d’architettura e co-autore, ha commentato « Nel suo percorso francese, Alfonso Femia si è affrancato dalle « mode » e dai trend temporanei dell’architettura che inseguiva icone e segni o rifiutava il contesto o inventava una “finta”ecologia per costruire un linguaggio. Non so se sia una terza via, ma i valori e le battaglie gentili e profonde di Alfonso Femia affermano valori come responsabilità e generosità, nella ricerca costante di un dialogo aperto con il progetto e i suoi attori principali. Tutto questo si confronta con un’idea di tempo che è materia di progetto ».
Vincent Parreira, architetto AAVP architecture, ha osservato come Alfonso Femia esprima attraverso la sua architettura l'energia e il desiderio di mordere la vita/croquer la vie.
Helene Romano, direttore generale Nexity, ha raccontato come, nelle occasioni di confronto condivise con Atelier(s) Alfonso Femia, abbia apprezzato la capacità di conciliare gli aspetti architettonici alla scala urbana, senza trascurare lo sviluppo dei dettagli fatto di ricerca, di materia e di connessioni. « In Urbagreen a Romainville, l’innesto narrativo delle farfalle di ceramica in facciata testimonia un’attenzione significativa ai luoghi e all’arte come valorizzazione del progetto.
In questo modo l’architettura diventa un vero e proprio processo culturale che va al di là del singolo intervento urbano e si confronta con la dimensione del tempo ».