Ora che si sta placando la bulimia di esternazione del periodo acuto della crisi pandemica, quando l’emergenza ci ha forzatamente chiuso in casa, prendono corpo riflessioni ponderate che non indulgono né a visioni ancestrali, connotate dalla resistenza al cambiamento e dalla nostalgia architettonica, né alle iperboli della fantascienza cinematografica.
La nostra casa, non una palestra di esercizio progettuale ma spazio prezioso da adeguare e reinventare sulla misura di chi la abita, partendo da quello che c’è.
La riflessione di Alfonso Femia in Infobuild.