Coordinare le competenze in un‘architettura di pensiero che integri didattica, salute, organizzazione degli spazi, ma soprattutto abbattere i confini dell’edificio e far ripartire tutta la città dalla scuola come luogo attivo, animato, multifunzione, stimolo delle funzioni commerciali e di intrattenimento del quartiere, della macrozona, del contesto urbano nel suo insieme.
Irene Dominiani su “Linkiesta” ha ben restituito il pensiero di Alfonso Femia.