Master Plan di Romanina

Roma, Italia

Master Plan di Romanina
Roma, Italia
2005

programma: Master plan di Romanina: uffici, residenze, commerciale
> superficie totale: 920 600 m2
> superficie edificata: 87 500 m2
committente: Scarpellini
progetto: Alfonso Femia * con Sebastiano Brandolini, Ori&Arienti, Marco Pascucci, Annalaura Spalla, Steer Davies Gleave
ingegneria strutturale: Stefano Migliaro
ingegneria impiantistica e ambientale: Marco Taccini
modello: Edoardo Miola
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia
“Ambiente, natura, densità, accessibilità, tutto dentro lo shaker, tutto da riporre con attenzione nell’imbandire la tavola della nuova città o della sua metamorfosi.” AF
È tornato il momento di affrontare la città con intelligenza e senza spettacolo. Rispettarla e ricrearla. Superarla e farne emergere una nuova, che non gesticoli, che non urli, che si nutra di sapienza e visione, con realtà e immaginazione. Ecco che si aprono situazioni dove la dimensione del progetto si confronta in un limite sempre teso tra l’urbanità e il territorio. Proviamo a stare su questo crinale. Proviamo a costruire questi concetti. Proviamo ad aprire le teste. Proviamo a suggerire dubbi e soluzioni, scenari e suggestioni. Proviamo a sognare. Proviamo a essere romantici, ripartendo dalla realtà, cercando di trasformarla. Ambiente, natura, densità, accessibilità, tutto dentro lo shaker, tutto da riporre con attenzione nell’imbandire la tavola della nuova città o della sua metamorfosi.
Oltre che con le peculiarità topografiche e fisiche del sito, il Masterplan per la realizzazione del quartiere Romanina deve dialogare con le importanti preesistenze storiche, archeologiche, architettoniche e paesaggistiche della periferia sud-orientale di Roma: due percorsi sotterranei degli’acquedotti romani Felice e Anio Vetus, i cui tracciati ipogei lambiscono l’attuale area di Romanina, e la torre medievale dei Santi Quattro Coronati, che contraddistingue in maniera inconfondibile lo skyline del paesaggio circostante. Il nuovo quartiere sarà separato dagli isolati che sorgono ad est dell’area di intervento da una grande strada-parco, che con il proprio andamento curvilineo e quasi semicircolare, marcherà così un “segno” forte e chiaramente identificabile come il “confine” della nuova Romanina. Tutt’attorno a questo asse viabilistico, la vegetazione, caratteristica dell’Agro Pontino, sarà particolarmente fitta, densa e “concentrata”, in maniera da rafforzare l’effetto-filtro della strada-parco. Così come la vegetazione andrà gradualmente rarefacendosi dal confine della strada-parco sino all’estremità opposta dell’area di intervento, allo stesso modo la densità edilizia si modificherà secondo una sorta di gradiente di copertura del suolo: in prossimità della fascia a parco prevarrà infatti un’edificazione diffusa e parcellizzata, contraddistinta da fabbricati di limitata altezza e dimensioni contenute, mentre più all’interno troveranno posto corpi isolati a torre ed a stecca, via via più voluminosi man mano che ci si allontanerà dal confine orientale dell’area. La giacitura degli edifici riprenderà infine, per quanto in termini non strettamente filologici, la trama della centuriazione romana, configurando così un riferimento ideale alla memoria del luogo, resa qui più imprescindibile anche a causa della presenza della vicina area archeologica. La continuità su scala urbana avviene costruendo due dorsali principali: Il “Parco lineare” sul lato ovest – ottenuto qualificando e rafforzando il viale dei pini esistente – che struttura il fronte urbano dove si affacciano le principali destinazioni pubbliche, e la “Piazza dorsale”, sistema nervoso del progetto, da cui si dipartono cinquanta piazze pubbliche che ospitano i centri civici, i servizi, le aree attrezzate e quelle sportive, in una sorta di articolazione composta da frammenti tenuti insieme dalla nuova grande pineta.