Verona, Italia
2016
programma: Concorso Internazionale di Idee per la copertura dell’Anfiteatro Romano “Arena di Verona”
committente: Comune di Verona
progetto: Alfonso Femia * con
ingegneria strutturale: Milan Ingegneria
ingegneria impiantistica: FOR Engineering and Architecture
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia
Queste strutture non intaccano l’edificio, lo sfiorano, permettendo così di pulire completamente l’arena e di impostare un lavoro di restituzione monumentale e di manutenzione nel tempo in maniera inequivocabile.” AF
Al contesto denso si contrappone il “vuoto” della sua piazza antistante. Alla sua forza e imponenza dal punto di vista volumetrico si contrappone una percezione di fragilità legata al passare che rende ancor più necessaria un’attenzione nello sviluppo di un progetto, come è quello della presenza di una nuova copertura.
La proposta progettuale che abbiamo elaborato si articola in due parti strettamente correlate.
La prima è diretta alla conservazione e fruizione dell’Arena in quanto monumento, l’Anfiteatro romano, del primo secolo. Monumento che deve essere conservato in quanto tale e reso visitabile per essere apprezzato in ogni sua parte ed elemento. La seconda è quella destinata ad assicurare la possibilità di ospitare eventi e manifestazioni, non solo musicali, non solo liriche.
Il sistema di copertura si compone di una serie di tende di tessuto sorrette da macchine mobili, macchine circensi, dispositivi artistici contemporanei, che stanno all’esterno dell’arena.
Queste strutture non intaccano l’edificio, lo sfiorano, permettendo così di pulire completamente l’arena e di impostare un lavoro di restituzione monumentale e di manutenzione nel tempo in maniera inequivocabile.
La struttura storica viene, in questo modo, sistemata anche rispetto alla gestione, ad oggi, esistente strutturando dei macchinari – dispositivi tecnologici – che nel tempo potranno essere migliorati.
La proposta progettuale lavora dunque sullo spazio vuoto e su queste macchine sceniche che possono essere raccontate e descritte in maniera differente, e che creano una metamorfosi importante dello spazio, valorizzando tutto il sistema esistente e di progetto.
La disposizione delle sette torri a sostegno del sistema di copertura segue il perimetro dell’Arena, ed i bracci di supporto delle tende coprono il palco, la platea e le sedute frontali rispetto al palcoscenico.
Il concetto di effimero, temporaneo delinea l’aspetto di tali strutture. Il sistema è pensato infatti, affinchè le coperture possano essere aperte o chiuse in riferimento al tipo di spettacolo che viene fatto: le “vele perimetrali”, si compongono di un meccanismo che le rende retrattili, mentre la copertura centrale potrà essere chiusa e rimossa.
La torre che sostiene tala copertura oltre ad estendere il proprio braccio verso l’arena o verso piazza Brà, rappresenta una struttura fissa che occasionalmente potrà essere utilizzata per eventi specifici.
La copertura centrale può di fatti essere rimossa e sostituita con una scatola sospesa vetrata, dove ad esempio si potrà cenare guardando l’arena e Verona dall’alto.
Si ribalta così occasionalmente la percezione dell’area di intervento, innescando un’idea di marketing urbano: un tavolo sospeso sulla città.
Da queste riflessioni nasce la volontà di far capire come nei diversi temi (quelli pragmatici, quelli tecnici, quelli commerciali, quelli economici, quelli scenografici, artistici, architettonici, …) vi è una natura, autonoma, interessante, la quale ha dei riferimenti episodici in tante esperienze internazionali contemporanee, che possono far capire come queste ipotesi, che non vogliono essere risolutive, possano essere arrichenti, in quanto aprono un dibattito a come sia più opportuno intervenire, non semplicemente coprendo una struttura.