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BUONE NOTIZIE: A FURIA DI INSISTERE, DI METTERE #CLIMATECHANGE E MIPIACE CON LA LACRIMA SU IMMAGINI DI INCENDI E ALLUVIONI, CE L’ABBIAMO FATTA: STIAMO SCONFIGGENDO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

di ALFONSO FEMIA CON ATELIERTEMPODACQUA E INSIDETHEWHALEAF517 - 11 Novembre 2020

I governi tutti si stanno impegnando per ridurre l’emissione dei gas climalteranti. L’industria mondiale si sta rapidamente adeguando, ognuno fa la propria parte nella lotta al cambiamento climatico.
Usiamo tutti borracce d’alluminio al posto delle bottigliette di plastica, ricicliamo e riusiamo ogni cosa.
Gli architetti fanno solo progetti virtuosi, non si spostano più nei Paesi Arabi o in Asia, al seguito della fama conquistata nei decenni precedenti, disinvoltamente inquinanti ed energivori, per costruire falsi oggetti sostenibili.
Ce l’abbiamo fatta!

 

… così avremmo voluto cominciare questo testo ma no, non è questo lo stato delle cose.

 

Abbiamo quasi solo politici, industriali, professionisti di tutti i settori e l’intera umanità che negli ultimi tre anni, da quando Greta Thunberg ha manifestato per la prima volta, si stanno impegnando con comportamenti, azioni e intenzioni in difesa del clima.
Ce la stiamo facendo.

 

… anche così sarebbe stato bello poter cominciare ma no, non è questo lo stato delle cose.

 

Avremmo voluto interrompere il bollettino di tragedie, che abbiamo anche noi raccontato quando alla Biennale di Architettura di Pisa nel 2019, un anno fa, abbiamo scelto di fare la nostra parte, pur se piccola, con il progetto Tempodacqua.

Ci ritroviamo, invece, oggi, a ripetere ancora cose già dette e dalle quali la crisi sanitaria ci sta distraendo.
Ma le urgenze non hanno gerarchia, se non quella dell’incapacità politica.

Per questo abbiamo scelto di condividere un titolo del Guardian di questa settimana:
Hypocrites and greenwash’: Greta Thunberg blasts leaders over climate crisis”.

 

Ipocriti! (i politici)
È necessaria un’azione immediata perché la diagnosi è terminale, ma i leader politici fissano obiettivi per i decenni futuri. Ridurre le emissioni subito non è contemplato. “Finché non trattiamo la crisi climatica come una crisi, possiamo avere tutte le conferenze e i confronti che vogliamo, ma saranno solo negoziati, parole vuote, scappatoie e greenwash.”

Ipocriti! (noi tutti)
Riporta Eco Internazionale in un articolo di Federica Agrò :” ogni volta che buttiamo una bottiglia nel contenitore della plastica lo facciamo a cuor leggero, convinti che quel gesto assicurerà nuova vita all’oggetto che abbiamo finito di utilizzare in quella forma. La sua trasformazione in qualcos’altro non ci riguarda, abbiamo fatto il nostro dovere.” Ma per 100 bottiglie, solo 20 hanno nuova vita, le altre finiscono in mare che conta già sei isole di plastica, agglomerati fluttuanti negli oceani.
Quel mare che esonda, inghiottendo territori e città, come evidenziato nella mappa pubblicata dal New York Times proprio un anno fa.
Solo in Italia sono 40 le zone a rischio di essere sommerse, secondo l’Osservatorio Climatico di Legambiente.
Esattamente un anno fa l’11 novembre 2019, abbiamo parlato delle Cittàdacqua a Genova, aprendo con questo tema i lavori della Biennale.
Nei dieci giorni a Pisa (dal 21 novembre al 1° dicembre) con l’Associazione LP, abbiamo analizzato numeri e scenari e, indagini scientifiche alla mano, abbiamo provato a immaginare come l’architettura potrebbe contribuire a rallentare l’avanzata dell’acqua o comunque come potrebbe essere gestito il problema adeguando l’urbanistica e le strategie di governo del territorio.

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La Biennale di Architettura di Pisa 2019Tempodacqua, diretta da Alfonso Femia. Gli Arsenali Repubblicani, fotografia di Stefano Anzini.

Abbiamo raccolto i contributi degli architetti – progetti di visione ampia che vanno oltre il paradigma della difesa, del “muro vs acqua” – in un documento disponibile e aperto a tutti, l’Atlas.
Abbiamo ascoltato i grandi nomi dell’architettura, testimonianze significative nella sezione “Talk on the Water” del sito Tempodacqua.
Ve li riproporremmo attraverso i social, ricchi di ponderate riflessioni e della capacità di immaginare.

Abbiamo continuato ad alimentare le suggestioni della pagina instagram di Tempodacqua, con quotidiana e puntuale riaffermazione dell’importanza dell’acqua e denuncia della sua violazione, ma anche della bellezza artistica e delle ispirazioni che genera.
Abbiamo sintetizzato l’esperienza della Biennale nel magazine Tempodacqua. L’acqua dimensione del tempo della collana Percorsi in ceramica, di Casalgrande Padana.

 

In quest’anno trascorso la diffusione della malattia da coronavirus ha ridato centralità allo spazio nel progetto, spazzando via molti degli slogan che hanno sostenuto l’architettura dell’ultimo decennio e rivelando come gli stereotipi energetici abbiano appiattito e semplificato su un unico problema l’intera gamma delle mutazioni che avvengono intorno a noi.
Il comportamento dell’acqua, unico grande segno tangibile del cambiamento climatico, coinvolge modelli e traiettorie sociali ampie: salute, istruzione, finanza e capitalismo, urbanesimo, logistica, lavoro ….
Aumento del mare e inondazioni, calore e umidità, desertificazione, ecosistemi in evoluzione, incendi e uragani: nessun luogo sarà stabile.
Ma anche l’attuale pandemia non era del tutto inaspettata, né estranea al cambiamento climatico. È stato elaborato uno studio pubblicato in Cell, autorevole magazine scientifico, elaborato da Anthony Fauci e David Morens, entrambi del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, che spiega come l’emergenza della malattia rifletta equilibri e squilibri dinamici, all’interno di ecosistemi complessi distribuiti a livello globale che comprendono esseri umani, animali, agenti patogeni e l’ambiente. La comprensione di queste variabili è un passo necessario per controllare le future emergenze di malattie devastanti.
Il futuro non è mai bloccato. Cambiare leggermente le cose in meglio, sta cambiando le cose in meglio. Mentre alcuni enormi cambiamenti ambientali si sono già verificati, ci sono catastrofi molto più grandi che possono essere evitate sia attraverso l’azione individuale, sia collettiva.

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Biennale di Architettura di Pisa 2019 – Tempodacqua.
Fotografia di Stefano Anzini.

Motori dell’azione sono la memoria e l’ascolto.
La memoria è fondamentale per evitare che le negatività si ripetano.
Ricordare i temi e i dibattiti di Tempodacqua alla Biennale di Pisa, attingere alla capacità descrittiva del video Tempodacqua su possibili scenari futuri – Pisa sommersa, la torre che emerge inclinata sul piano orizzontale del nuovo mare invasivo – contribuisce a sensibilizzare e a rendere consapevoli della gravità dei problemi ambientali.

Il tempo e l’acqua: mentre mettevamo a punto il progetto della Biennale di Pisa, Andri Snær Magnason uno scrittore islandese, attivista per l’ambiente, tra i più autorevoli intellettuali europei, ha pubblicato “Il tempo e l’acqua, uscito in Italia a settembre di quest’anno, in cui parla di cambiamento climatico partendo dalla storia dei suoi nonni, che trascorsero la luna di miele esplorando il ghiacciaio Vatnajökull.

L’acqua è storia, memoria, geografia e territorio.
E continua a mandare messaggi. Che dovremmo ascoltare.

 

Foto in apertura: Archisable, progetto di Tina Dassault