

























Torino, Italia
2009-2011
Progetto vincitore del Premio “Architettura Rivelate” (2012) come significativo esempio di rifunzionalizzazione di un edificio industriale dismesso
programma: Riconversione dell’edificio “ad H” delle Officine Grandi Riparazioni Ferroviarie di Torino in spazio polifunzionale, in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia
> superficie totale: 24 500 m2
> mostra “Fare gli italiani”: 8 600 m2
> mostra “Futuro Creatività Innovazione”: 4 500 m2
> ristorazione: 6 700 m2
> servizi, zona incontri: 1 850 m2
> dehor: 1 500 m2
> Giardino d’Inverno: 1 300 m2
committente: Comitato Italia 150
progetto: Alfonso Femia * con Studio Pession Associato
ingegneria strutturale e impiantistica: AI engineering AI Studio
ingegneria impiantistica e prevenzione incendi: Impro srl
impresa: CCC Cooperativa, Edart spa
fotografia: ©E.Caviola
L’intervento ha riguardato la progettazione degli spazi comuni esterni ed interni, oltre alla funzionalizzazione delle mostre.
In particolare si è deciso di caratterizzare le due corti principali secondo un’idea di “Piazza Italiana”.
La prima, quella verso corso Castelfidardo, è la “Piazza Aulica”, con elementi pittorici e metafisici: un grande suolo rosso (ghiaia verniciata), una misteriosa freccia nera e bianca (citazione diretta di Osvaldo Licini), ed un banco di acciughe in ceramica (opera di Danilo Trogu), indicanti direzione e flusso di ingresso, che provano a restituire lo straneamento delle nature morte di De Pisis.
La seconda, verso Corso Borsellino, è la “Piazza Popolare”, che dialoga con la memoria della sagra e delle aie agricole, con il grande suolo di ghiaia verde e le luci appese a cavi. La Piazza Aulica è lo spazio d’ingresso di rappresentanza, quella Popolare è la piazza collegata al bar e al ristorante, dove sostare.
Questo lavoro esterno sul colore, che mischia forza astratta e realismo magico, continua all’interno dell’edificio negli spazi di ingresso, biglietteria, guardaroba e libreria, dove pochi elementi metallici e qualche vela in gesso, tutti bianchi, insieme a corpi illuminanti industriali o stranianti (nel caso della libreria), dialogano con la poeticità drammatica ed eroica della costruzione delle O.G.R.