Museo di Marengo

Spinetta Marengo, Italia

AMGmusei
Museo di Marengo

Spinetta Marengo (AL), Italia
2018

superficie progetto:
> auditorium: 630 m2
> ex ostello: 1 100 m2
> C.T.: 81 m2
> cascinale: 960 m2
> museo Marengo: 1 119 m2
> piramide ingresso: 290 m2
committente: Città di Alessandria
progetto: Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia
immagini: ©Atelier(s) Alfonso Femia
“Un filo blu tra territorio, paesaggio e architetture.” AF
L’articolazione volumetrica in una sequenza di figure che si affiancano l’una all’altra stabilendo rapporti spaziali e visivi con il territorio, con l’architettura dei luoghi e con gli spazi aperti è la principale identità del Museo Marengo. Il progetto vuole radicalizzare questo aspetto concentrando nel sistema della Manica Rustica le principali attenzioni progettuali capaci di connettere e dare un cuore operativo e vitale a tutto il complesso. Percorsi, se- quenze, percezioni, spazi pubblici (le 3 piazze), paesaggio sono i temi da far dialogare tra loro in una successione fluida e naturale.
Un intervento che si concentra sulla Manica Rustica ma che si occupa allo stesso tempo di definire la “soglia” di ingresso dell’edificio Piramide, ripensando la sua atmosfera interna come uno spazio pubblico coperto, spazio intermedio tra l’esterno (il paesaggio e il territorio) e i volumi del museo, dove un pavimento tatuato con delle scritte che richiamano la storia dei luoghi e una nuova illuminazione ricerca di liberare lo spazio per renderlo mag- giormente conviviale. Cosi facendo si introduce un filo blu che crea i plug-in necessari alla rifunzionalizzazione del complesso (la scala si sicurezza, il nuovo terrazzo, il nuovo space-planning della Manica Rustica) e si innesca una azione di messa in valore del patri- monio secondo un processo che potrà nel tempo arricchirsi di ulteriori spunti e azioni.
Dare valore al patrimonio del Museo Maregno si sviluppa attraverso :
a) la realizzazione di un terrazza al piano primo, ovvero creare l’occasione di rendere l’edificio un dispositivo di percezione del territorio e del complesso stesso,
b) la riorganizzazione degli spazi secondo un concetto di spazio aperto e flessibile con l’inserimento di “boulles” per momenti di riunioni e/o di maggior comfort acustico,
c) la possibilità di rendere la facciata un sistema di art mapping
d) la realizzazione delle “piazze del museo”, ovvero gli spazi aperti che tengono insieme gli edifici, che saranno caratterizzate da una ghiaia ceramizzata dal forte impatto artistico- cromatico e de definiranno l’identità specifica.
Si può intervenire per parti in un corpo che nel tempo dovrà rigenerarsi e soprattutto avere l’ambizione di renderlo una centralità culturale e attiva del territorio, dove il mestiere della storia, dell’arte, del racconto, dell’immaginare un futuro attraverso il passato sia l’energia e la responsabilità che il “progetto” dovrà passo dopo passo mettere in atto per nutrire il luogo e le sue architetture.
Alfonso Femia