Journal-Orson-Welles

Il nuovo Journal di Atelier(s) Alfonso Femia parla di architettura per le persone

di ALFONSO FEMIA CON INSIDETHEWHALEAF517 - 8 Gennaio 2021

Nasce il Journal degli Atelier(s), una raccolta di post e articoli sulle relazioni tra architettura e città, ambiente, storia, cultura, società. Non architettura stand alone, ma architettura per le persone

 

Dal mese di settembre Atelier(s) Alfonso Femia ha messo a punto un nuovo progetto di contenuti denominato Journal, una vera e propria raccolta di post e articoli sui campi d’intervento dell’architettura o dell’idea che Alfonso Femia ha dell’architettura.
Partiamo, come è naturale che sia, dalle esperienze progettuali e culturali degli Atelier(s) sul territorio nazionale e internazionale, ma vorremmo che il Journal fosse molto di più e diventasse una vera e propria condivisione di idee e sensibilità sui temi ambientali e sociali dell’architettura, della città, del territorio.

 

Il dialogo sull’architettura può avvenire da architetto ad architetto, oppure da architetto a committente o a impresa o ancora da architetto ad azienda e viceversa …
Raramente chi parla di architettura si rivolge al “consumatore/utilizzatore” dello spazio costruito (e dello spazio urbano non costruito).
L’informazione sull’architettura – spesso anche la sua narrazione – è monopolio degli architetti. Eppure, l’architettura urbana interagisce con i percorsi e gli sguardi di ciascuno di noi ogni giorno, ma la geometria, l’altezza, i materiali degli edifici sono decisi da pochi (committenze e progettisti) ed è questo un esercizio che ha lasciato eredità storiche meravigliose, ma talvolta ha oltraggiato territori e città.
Come conseguenza di questa prevaricazione silenziosa, l’informazione sull’architettura è, spesso, seria e qualificata, ma a “circolo chiuso”.
La situazione sta cambiando a causa – ma non solo – della Covid-19.

 

La sensibilizzazione sul tema ambientale, in stretta interazione con il progetto urbanistico, architettonico e infrastrutturale, sta delineando il profilo di un consumatore “sapiente” che sta imparando ad affiancare al tema dell’efficienza energetica, una visione più ampia e responsabile.
Il fruitore finale dell’architettura e degli spazi cerca, prevalentemente nel web, un’informazione di qualità, comprensibile, sia come utente, sia come lettore che voglia, semplicemente, usufruire di contenuti.

 

Una recente inchiesta, condotta dalla società di analisi e ricerche di mercato Makno per conto del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha messo in evidenza il valore sociale dell’architetto. Nonostante l’indagine sia stata condotta su un campione molto piccolo (1500 persone di cultura ed estrazione sociale medio-alta, di età superiore ai 18 anni e, al minimo, con diploma di scuola superiore), la percentuale dei risultati è interessante: un terzo del campione pensa che l’architetto sia coinvolto nel processo decisionale pubblico, viene apprezzato il valore della professione di architetto come artefice della costruzione del futuro delle città.
Sempre di più è importante che l’architettura, motore essenziale della generazione urbana post-Covid, sia comprensibile e che chi la vive ne colga i processi e i percorsi, i significati ambientali, spaziali e psicologici e tutto quello che si muove dietro i progetti.

 

Informing People, Transforming Architecture
Informing Architects, Changing Cities
Sembra uno scioglilingua, ma non lo è.
Spiega bene perché abbiamo deciso di scrivere di architettura e che cos’è il Journal di Atelier(s) AlfonsoFemia.

 

Per tornare alla motivazione iniziale “perché abbiamo deciso di scrivere di architettura”, sappiamo che Internet è uno spazio abitato da milioni di persone ogni giorno che parlano, partecipano e si informano sulla città, su come si conciliano i bisogni collettivi con quelli individuali, sull’architettura e sugli spazi pubblici, e che sta emergendo una tensione alla “conoscenza urbana” intensificata dalla Covid-19.
il trasferimento di notizie, spiegazioni e approfondimenti è sostanziale per il funzionamento e l’integrazione dell’architettura nelle città e nel territorio, così come l’informazione oggettiva sulla politica, sull’economia, e su ogni aspetto del pubblico è fondante per la democrazia di un paese.
Cioè si può affermare che una buona informazione sul progetto e sul processo architettonico contribuisce a costruire un’architettura democratica.
Siamo consapevoli che, attraverso la rete, l’informazione mainstream – anche per l’architettura – deve fare i conti con quella indipendente. I trend dominanti trovano, spesso, limite o conferma nella connessione permanente e, proprio per questo, è necessario lavorare su nuovi campi di ricerca e innovazione, attingendo a linguaggi e immagini diverse.

 

Dobbiamo parlare diversamente di architettura, dobbiamo spiegarla meglio. Perchè è più “affare di chi la vive” che di chi la progetta.

 

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La città di Genova, fonte di ispirazione continua per tutti i progetti degli Atelier (s), © Stefano Anzini.

FARE ARCHITETTURA, FACENDO RICERCA

Atelier(s) Femia ha sviluppato, negli anni, progetti culturali paralleli all’attività professionale e quest’ultimo del Journal si affianca anche per amplificare e diffondere questi impegni.
Li raccontiamo brevemente.

 

Tempodacqua sviluppa una riflessione sul tema ambientale, non in termini generici e omnicomprensivi, ma scegliendo la specificità dell’acqua che ne rappresenta l’aspetto essenziale e fondativo.
È un progetto permanente che fa appello all’architettura e all’arte per contribuire a “cambiare l’immaginario del cambiamento”. È stato il tema della terza edizione della Biennale di Architettura di Pisa nel 2019, di cui Alfonso Femia è stato direttore.
Mediterranei Invisibili è un progetto ideato e messo a punto da Alfonso Femia nel 2017 per indagarne i luoghi e raccontarne le storie inaspettate. La narrazione si costruisce sul dialogo, raccogliendo testimonianze e proponendo confronti e il suo valore sta nel mettere insieme visioni di persone autenticamente mediterranee, diverse per estrazione, età, ruolo, che condividono, anche in contraddizione tra loro, l’identità del proprio territorio. All’attivo del progetto tre viaggi tra Sicilia e Calabria, nei luoghi dello Stretto, uno a Città della Pieve e uno a Venezia.
500×100 è una piattaforma di dialogo nata nel 2015 con l’obiettivo di investigare tutto quello che accompagna l’architettura e il design nel processo di integrazione con la città. Un ricchissimo archivio di video interviste (più di 500) a progettisti, amministratori, personaggi della cultura testimonia l’impegno di Alfonso Femia per comprendere le diverse velocità con cui variano i contesti urbani e la trasformazione continua dell’ambiente stressato dal cambiamento climatico.
Scuola Social Impact nasce come riflessione personale di Alfonso Femia sulla scuola come unica funzione pubblica in grado di generare ricchezza culturale e sociale per il Paese. Si è trasformata durante i periodi di quarantena, che l’hanno pesantemente penalizzata, in una ricerca estesa su tutto il territorio nazionale. Non si riferisce a un modello di edificio informato ai più moderni input didattici e pedagogici, ma attribuisce alla scuola l’energia per ri-generare la città, particolarmente in questo momento, in cui lacune, sciatteria, abbandono si sono trasformati in nodi irrisolvibili. È stata presentata, in collaborazione con la Fondazione e l’Ordine degli Architetti di Torino, nel novembre del 2020.
Right to Matter, trasversale all’attività progettuale e presente in tutta la ricerca culturale degli Atelier(s), è uno studio permanente sulla “materia” nella sua evoluzione tecnologica e per i suoi aspetti storici e identitari nell’applicazione per il design e per l’architettura ed è il filo conduttore di lavoro di Alfonso Femia.

 

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La sede di Genova di Atelier(s) Alfonso Femia, © Stefano Anzini

IL JOURNAL È APERTO A TUTTI

Il Journal accoglierà volentieri sia i suggerimenti, sia i contributi coerenti allo spirito di indagine, di confronto, di crescita. Noi degli Atelier(s) pensiamo che qualsiasi apporto, al di fuori da polemiche e corporativismi, possa contribuire a costruire il senso più autentico del progettare e del costruire.

Veicoleremo gli articoli attraverso i social facebook, linkedin, instagram e twitter, anteponendo la parola Journal per identificare il tipo di contenuto.
Una precisazione: non si tratta di un house organ digitale sull’attività dello studio: come abbiamo detto, parleremo dei nostri progetti e di quello che stiamo facendo, solo quando sarà funzionale a esemplificare o a trattare i temi sui cui ci vogliamo concentrare.
E poi vi racconteremo un po’ di cose sullo studio, a partire dal nostro vocabolario, le “parole degli Atelier(s)”

E visto che siamo già partiti, segnaliamo gli argomenti di cui abbiamo scritto e che potete trovare nella sezione Journal del sito Atelier(s) Alfonso Femia:

Riflessioni sulla sostenibilità dopo il 2020 – 7 gennaio 2021
Urbanistica, architettura e gender equality – 1 dicembre 2020
Come sta andando con il cambiamento climatico, riflessioni a un anno dalla Biennale di Architettura di Pisa “Tempodacqua” – 11 novembre  2020
La poesia di Gianni Rodari, a 100 anni dalla sua nascita e il progetto del centro di Casarza Ligure di Atelier(s) Alfonso Femia – 23 ottobre 2020
Oggetti immobiliare in transizione: dove lavoreranno i colletti bianchi? – 7 ottobre 2020
I musei d’impresa, da Olivetti a Dallara – 24 settembre 2020
Il Sud dell’Italia per il rilancio del Paese – 20 settembre 2020

 

In apertura: Immagine del film Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), di Orson Welles (ripresa dal sito Balarm.it).